Le tradizioni

Guardavalle, terra abitata da una popolazione viva, ricca d’istinti e di speranze, di ansie per il nuovo, è legata ancora alle tradizioni che sono lo specchio dell’anima del suo popolo.

 Tra le tradizioni religiose annoveriamo le processioni del Venerdì Santo con le “Varette”  che culminano con la fiaccolata notturna che accompagna il Cristo Morto.

 Il giorno di Pasqua si va tutti alla “Cunprunti”, che è l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna.

 In Agosto si suole portare in processione la madonna degli Angeli sul mare, seguita da numerose barche.

 Tradizioni non religiose

 Per quanto riguarda le tradizioni non religiose, ci piace ricordare l’uso di buttare sugli sposi monetine e confetti, al fine di augurare ricchezza e fecondità.

 Il mondo del pane è il dominio delle donne guardavallesi.

La farina di grano duro s’impasta con lievito (“lavàtu”), acqua e sale; il tutto si lascia lievitare per un tempo ragionevole, di più o meno secondo che si è in estate o in inverno.

 Nel frattempo si accende il forno : quasi tutte le famiglie ne hanno già uno, a pian terreno o sotto il tetto.

 Quando il forno è pronto e la pasta è già lievitata, si inforna il pane.

A cottura effettuata, vengono fuori dal forno pani di circa due chilogrammi che sono la delizia della tavola guardavallese.

 Un posto di prim’ordine spetta al maiale. Allevato in campagna o fuori paese secondo i metodi tradizionali, fornisce prodotti tipicamente calabresi: soppressate, capicollo, salsicce, pancetta, frittole, zuzziji (in italiano ciccioli), grasso.

I frittuli

Ricetta: in una grande pentola in rame detta in dialetto “caddara” (vedi foto) vengono poste le cotenne del maiale (in dialetto “peghijja”) insieme alle ossa quasi prive di carne. La grande pentola viene circondata con delle braci di carbone. Vengono poi mescolare di tanto in tanto  e molto lentamente controllando che le cotenne non si attacchino ai bordi della pentola. La cottura ideale si conclude in circa 8 ore.

 Accanto ai prodotti suini, nel piatto dell’antipasto fanno bella mostra di se i prodotti dell’agricoltura: melenzane, peperoni, olive verdi e nere, carciofini selvatici, pomodori essiccati sott’olio.

 Piatto tipico e caratteristico del paese è la “Pasta e casa con carna e crapa”. Pasta fatta in casa  condita con sugo di carne di capra.

Questo piatto tipico  accompagna ancora oggi i consueti banchetti di festa in occasione dei matrimoni. La peculiarità di questo piatto è la procedura di cottura unita a particolari ingredienti aggiunti seguendo un preciso ordine.

Tra tradizione e progresso è sospesa l’agricoltura, vero tessuto connettivi di Guardavalle e della sua gente.

I guardavallesi conservano gelosamente i valori della più genuina cultura contadina la cui agricoltura è basata prevalentemente sulla produzione di olive, vino, agrumi, ortaggi, cereali e frutti vari.

Tuttavia essa non è l’unica fonte di ricchezza, ma grazie alle risorse naturali, paesaggistiche e climatiche Guardavalle è divenuta meta di un notevole afflusso turistico in questi ultimi anni.

Connesso all’attività turistica è l’artigianato , una volta molto fiorente.

Tra i vari lavori dell’artigianato locale, ricordiamo la lavorazione dell’argilla (brocche, pignate e giare); dei vimini (ceste, panieri); della paglia (sedie, impagliature).

 Interessante, inoltre, è la produzione dei tessuti lavorati con antichi telai.

 Preziose sono le coperte di lana, seta e lino.

 Famose sono anche le “pezzare”, tessuti utilizzando ritagli di stoffa