Accanto a seguito, sono state sistemate all’esterno, nel giardino della torre. Il fabbricato fu parzialmente distrutto nel terremoto del 1783 e poi ricostruito. Sul frontone è murata un’interessante lapide marmorea con la data del 1485 e sul passetto del ponte levatoio è incisa la data del 1756. Accanto alla torre, verso sud, vi era una cappella dedicata a S. Pietro.
Della cappella oggi restano la pala lignea con l’immagine del Pescatore di Galilea, e la campana bronzea, datata 1785, di proprietà dell’avv. Vincenzo Spedalieri. La torre, nella spartizione dell’eredità di Nicola Spedalieri, nel 1953 andò alla figlia di costui, Giuseppina Spedalieri, maritata con l’Avv. Pasquale Princi.
Da diversi anni è adibita a civile abitazione. Vittorio Faglia, nella sua opera sulle torri costiere, così scrive della torre Vinciarello: 1a torre sorge in zona ancora abbastanza protetta a mare e fortunatamente è difesa da un parco di notevoli dimensioni. Sfiorata a monte dalla linea ferroviaria, che pure la protegge, è minacciata su questo lato dal procedere dell’insediamento urbano.
La torre non era inserita nel sistema ufficiale di torri per la difesa costiera, tanto che torre Caminise sorgeva a meno di un chilometro in linea d’aria; aveva quindi funzioni di masseria e residenza. La carta Rizzi Zannoni, che indica torre Caminise su un cocuzzolo e rotonda, indica in piano e a base quadrangolare un Fondaco che potrebbe essere benissimo torre Vinciarello”.
Magazzini per l’olio: alcune delle giare, in seguito, sono state sistemate all’esterno, nel giardino della torre. Il fabbricato fu parzialmente distrutto nel terremoto del 1783 e poi ricostruito. Sul frontone è murata un’interessante lapide marmorea con la data del 1485 e sul passetto del ponte levatoio è incisa la data del 1756. Accanto alla torre, verso sud, vi era una cappella dedicata a S. Pietro. Della cappella oggi restano la pala lignea con l’immagine del Pescatore di Galilea, e la campana bronzea, datata 1785, di proprietà dell’avv. Vincenzo Spedalieri.
La torre, nella spartizione dell’eredità di Nicola Spedalieri, nel 1953 andò alla figlia di costui, Giuseppina Spedalieri, maritata con l’avv. Pasquale Princi. Da diversi anni è adibita a civile abitazione. Vittorio Faglia, nella sua opera sulle torri costiere, così scrive della torre Vinciarello: la torre sorge in zona ancora abbastanza protetta a mare e fortunatamente è difesa da un parco di notevoli dimensioni. Sfiorata a monte dalla linea ferroviaria, che pure la protegge, è minacciata su questo lato dal procedere dell’insediamento urbano. La torre non era inserita nel sistema ufficiale di torri per la difesa costiera, tanto che torre Caminise sorgeva a meno di un chilometro in linea d’aria; aveva quindi funzioni di masseria e residenza. La carta Rizzi Zannoni, che indica torre Caminise su un cocuzzolo e rotonda, indica in piano e a base quadrangolare un Fondaco che potrebbe essere benissimo torre Vinciarello”.
Le torri di difesa
Le torri di difesa o torri‑fortezze sorgevano tutte all’interno del centro abitato. Hanno tutte le stesse caratteristiche: mura in pietra, base quadrata di circa 7 m., altezza media di 15 m. Sono costituite da stanze sovrapposte: in pratica, ad ogni piano corrisponde una sola stanza. Forse, in caso di attacco, le persone che vi si rifugiavano abbandonavano un piano alla volta, ritirandosi nella stanza superiore e togliendo eventuali scale di legno. La forma quadrata e longilinea delle torri guardavallesi ha spinto qualcuno ad avvicinarle alle costruzioni turrite medioevali di S. Gimignano in Toscana.
- La Torre Giordano si erge in tutta la sua imponenza a metà del Corso Sirleto, mentre le facciate laterali sporgono su Via S. Carlo, Via Indipendenza e Via Progresso. Sul portone d’ingresso fa bella mostra di sé, anche se un po’ lesionato, un grosso stemma in travertino raffigurante l’emblema nobiliare dei baroni Crea di Stilo. Questo privilegio fu riconosciuto alla famiglia Giordano perché nel 1700 una Clorinda Giordano sposò uno della famiglia dei baroni Crea. L’ingresso della torre è posto sulla confluenza di Via S. Carlo e di Via Indipendenza. Le strutture architettoniche dell’ingresso sono rimaste sostanzialmente intatte con i contorni basale e laterale di pietra viva, mentre il grande portone in legno è stato rifatto nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale. Nell’androne dell’ingresso si notano tuttora i grandi soffitti a volta e le pareti laterali che separavano da un lato le stalle per i cavalli e dall’altro le cantine e i magazzini di deposito. Le scale di accesso al primo piano della torre (di proprietà degli eredi del defunto dott. Gioacchino Giordano) mostrano chiaramente l’impronta della tecnica costruttiva di origine romana, mediante la posa in opera di lunghi massi levigati di pietra viva per la sezionatura degli scalini. Intorno al 1930 ulteriori manipolazioni sulle strutture originarie apicali della costruzione hanno trasformato la cupola turrita, contrassegnata da merli e feritoie, in una terrazza con la cinta e i parapetti in muratura.
- La Torre Toscano sorge sotto la chiesa matrice, nella parte del paese che scende verso il Carmine, in Via della Luce. Originariamente terminava con una bella merlatura, visibile ancora fino a circa cinquant’anni or sono. La torre fu parzialmente demolita nel 1948, dopo le lesioni causate da una scossa di terremoto nel 1947. Oggi è adibita a civile abitazione.
- La Torre del Crocco o del Greco era ubicata nella parte alta del paese, sopra il municipio vecchio, in Via S. Martino. Oggi è del tutto irriconoscibile perché è stata completamente trasformata, anche nella sua struttura esterna, in locale di civile abitazione.
- La Torre Carafa di proprietà di Fabrizio Carafa (o Carrafa), dalla quale si poteva “guardar il passo principale della marina”, cioè la mulattiera che dal Carmine portava al mare. Questa torre era imperfetta (cioè non compiuta) già nel 1569. E’ ubicata in Via Grimaldi 79: è stata completata ed è abitata.
- La Torre Menniti, di cui ancora oggi si può notare la costruzione in tutto simile alla torre Giordano, è ubicata in Via Roma n. 8 ed ha la porta di accesso in Via Garibaldi.
- La Torre Riitano, che sorgeva all’inizio di Via S. Carlo, è stata distrutta intorno al 1950 non si sa per quale precisa ragione.
- La Torre del Vaglio (d’o vagghiu) è attigua alla chiesa del Purgatorio, sulla destra per chi guarda la chiesa. Le sono state addossate altre costruzioni: per questa ragione non è facilmente individuabile come le altre torri. “VagghiC deriva dal francese antico “bail” = cortile del castello.
Ad opera di chi sorsero queste torri? Dai nomi che ancora oggi hanno quelle del centro storico, sembra logico dedurre che siano state costruite dalle famiglie più facoltose, da cui poi presero la denominazione che tuttora le contraddistingue.
La torre di trasmissione dell’allarme
La Torre di Nena (di cui si vedono ancora oggi i ruderi lesionati) sorge in aperta campagna, su un cocuzzolo, a metà strada tra la marina e il centro abitato, in località S. Bartòlo. Essa doveva servire sicuramente per ricevere il segnale dalla torre Caminise e trasmetterlo alle torri del paese: infatti la torre di Nena è ben visibile sia dal centro di Guardavalle, sia dal Timpone della Torre.
Delle altre due torri non rimane assolutamente nulla, neanche il nome.
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